
Le festivitΓ pasquali appena trascorse, per l’epilogo drammatico anche se non inatteso, non saranno facilmente dimenticate. La memoria Γ¨ sempre un elemento ambivalente, puΓ² torturarci o consolarci.
Nel mio caso, forse per alleviare il dolore, Γ¨ riemerso un ricordo custodito nel cuore con affetto e orgoglio: La Naca di Davoli in mostra a Matera nel 2019, anno in cui la cittΓ lucana fu Capitale Europea della Cultura. Unβiniziativa nata da unβidea di Luigi Rocca e da lui curata con passione e competenza, che ci ha permesso di portare un pezzo profondo della nostra identitΓ in uno dei contesti culturali piΓΉ significativi di quellβanno.
Unβesperienza intensa e coinvolgente, carica di emozioni fin dallβinizio. Lβorganizzazione dellβevento, il viaggio con amici e concittadini, che Γ¨ stato molto piΓΉ di una trasferta: Γ¨ stato un cammino collettivo e umano, che ci ha condotti a vivere un momento di straordinaria condivisione e appartenenza. E poi portare e raccontare una tradizione cosΓ¬ profonda davanti a un pubblico nuovo e attento Γ¨ stato un privilegio. Lβinaugurazione, il dialogo con i tanti visitatori, la curiositΓ dei turisti arrivati da tutta Europa e persino la visita dellβallora Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, hanno reso ancora piΓΉ evidente la forza simbolica e universale de La Naca, capace di superare ogni confine e parlare al cuore.
Essere presenti a Matera con una processione tanto suggestiva, unica nel suo genere e profondamente legata allβidentitΓ di Davoli, ha rappresentato una tappa indimenticabile nel cammino di valorizzazione del nostro patrimonio culturale e del mio percorso professionale.
E oggi, a distanza di anni, quel ricordo continua a emozionarmi. PerchΓ© ci sono esperienze che non svaniscono: restano vive, ci raccontano chi siamo e ci spingono, con rinnovata consapevolezza, a guardare avanti. Insieme.